La nostra sfida è far tornare lo scoiattolo rosso a popolare i boschi a ridosso di Perugia e Corciano, da dove è scomparso da oltre quindici anni a causa della presenza dello scoiattolo grigio e i risultati fino ad oggi ottenuti sono assolutamente positivi. Lo afferma Paola Aragno nell’intervista che trovate pubblicata sotto.
Paola Aragno è una naturalista, collabora da anni con Ispra come tecnico per il monitoraggio della fauna selvatica. Nel progetto Life U-Savereds è stata incaricata da Ispra all’indagine per la definizione della distribuzione e della consistenza dello scoiattolo grigio ed ora si sta occupando della rimozione dello scoiattolo grigio.
Paola, ci spieghi in cosa consiste e come è stata condotta l’indagine per determinare la consistenza dello scoiattolo grigio?
Proprio una delle prime Azioni previste dal progetto è consistita in un insieme di attività rivolte a comprendere quanto fosse numerosa e quanto si fosse espansa la popolazione di scoiattoli grigi, originatasi da pochi individui introdotti all’inizio degli anni 2000. Le operazioni sono state condotte i due modi diversi, nell’area centrale di presenza della specie, intorno al Parco Faunistico Città della Domenica e quartieri limitrofi, e nelle aree periferiche, dove si ipotizzava la specie si fosse espansa. Nella zona centrale è stata applicata una metodologia che tramite la raccolta di osservazioni di individui da punti fissi distribuiti sul territorio e l’applicazione di una formula statistica, permette di ottenere una stima della numerosità della popolazione, corredata di un intervallo di errore (forchetta di valori entro cui potrebbe variare la stima ottenuta). Nelle aree periferiche si è invece proceduto applicando un modello di espansione della specie che, elaborato a partire da segnalazioni già note e parametri ambientali, ha permesso di ipotizzare le aree di diffusione dello scoiattolo alloctono. Si è partiti da quelle aree in cui la presenza era già nota e si è proceduto allargando l’indagine nelle aree “previste” dal modello, allontanandosi sempre più dall’area centrale man mano che si avevano conferme della presenza della specie. L’indagine in queste zone è stata condotta applicando altre metodologie, che si basano su contatti indiretti, principalmente il fototrappolaggio. In aree in cui una specie è presente a basse densità è infatti molto difficile contattarla, soprattutto ottenere una stima della sua numerosità. Il fine è stato quindi quello di stabilire se la specie fosse presente o meno e determinare quanto si fosse allontanata dall’area di originale immissione.
Le foto-trappole sono delle semplici macchinette fotografiche, posizionate sul territorio in associazione con un’esca alimentare, e tramite un sensore si attivano e fotografano qualsiasi animale passi di fronte all’obiettivo. Una cosa che ci tengo a dire è che, affinché un’indagine rigorosa permetta di ottenere dati attendibili, è necessario attuare un’attività di rilevamento sistematica. L’attuale diffusione della fauna selvatica e l’inurbamento di tante specie, fenomeno che non caratterizza solo lo scoiattolo grigio a Perugia, fanno si che le segnalazioni che possono venire da qualsiasi semplice cittadino rappresentino un elemento altrettanto importante per indagare e soprattutto mantenere aggiornata la conoscenza sulla diffusione di una specie in un territorio. Per questo motivo nell’ambito del progetto esistono diversi strumenti forniti ai cittadini per segnalarci scoiattoli grigi o rossi (https://usavereds.eu/it_IT/cosa-puoi-fare-per-il-progetto/), che invito ad utilizzare e ringrazio per la collaborazione!
Quanti sono gli scoiattoli grigi presenti in Umbria? Il loro numero ha compromesso la presenza dello scoiattolo rosso?
Ecco, le indagini che abbiamo condotto hanno permesso di stimare complessivamente 1500 scoiattoli grigi, riferibili solo alla parte di territorio dove la presenza è stabile, poco più di 13 km². La presenza quindi è davvero rilevante. Inoltre è possibile ipotizzare che poco meno della metà di questi individui sia concentrata nell’area del Parco faunistico e dei quartieri limitrofi, circa 3 km². Per quanto riguarda le aree di espansione purtroppo le indagini hanno confermato che la specie ha raggiunto località a nord di Vagliano, a circa un km dal Parco Naturale di Monte Tezio. Sempre dai dati ottenuti è stato possibile evidenziare l’impatto che la specie invasiva ha avuto e potrebbe continuare ad avere su quella autoctona, se non si intervenisse. Durante le indagini infatti, nella maggior parte delle aree centrali di presenza della specie alloctona, non si è avuto nessun contatto con scoiattoli comuni; i contatti invece sono aumentati man mano che ci si allontanava da queste aree, divenendo predominanti nelle aree più periferiche. E’ stato quindi toccato con mano il fenomeno di esclusione competitiva che si instaura tra le due specie, e che vede la specie nostrana perdente.
Quali sono secondo te le difficoltà maggiori del progetto?
Lo scoiattolo americano è arrivato a Perugia a causa di una introduzione operata dall’uomo in un contesto urbano. Ed è la stessa situazione che si ha nelle regioni del nord Italia dove la specie è presente. Prende il sopravvento sulla specie autoctona grazie alla sua elevata capacità di sfruttare le risorse del territorio e anche grazie all’atteggiamento confidente che lo rende abile a prendere il meglio anche da un contesto fortemente antropizzato come quello cittadino o periurbano. La difficoltà maggiore del progetto è rappresentata proprio da questo aspetto, dalla necessità che ne deriva di far comprendere pienamente ai cittadini la necessità di intervenire. Senza la loro collaborazione sarà molto difficile ottenere il risultato atteso, che è quello di eliminare la specie o ridurla il più possibile, e prima che questa raggiunga un livello tale per cui l’unico intervento possibile sarà quello di prevedere una costante attività di controllo. E va messo in evidenza che l’obbligo di intervenire in tal senso ci viene dalla Comunità Europea, che con il regolamento EU 1143/14 ha definitivamente stabilito che gli Stati Membri devono impegnarsi ad eradicare, o attuare il controllo delle specie invasive presenti sul loro territorio, laddove il primo non sia più realizzabile.
Lo scoiattolo rosso potrà a tornare a ripopolare i parchi di Perugia e i boschi intorno alla città?
Questa è la nostra sfida, il nostro obiettivo, ed oggi ci appare ancor più raggiungibile. Dico questo perché sebbene, come dicevo prima, durante l’indagine avevamo chiaramente toccato con mano la scomparsa graduale del rosso a causa dell’espansione del grigio, durante i mesi più recenti, con l’avvio dell’attività di gestione abbiamo avuto la piacevole scoperta della presenza del nostro scoiattolo in una zona a ridosso proprio del Parco Faunistico. Due individui infatti sono entrati ripetutamente nelle trappole presenti nell’area. E’ un risultato importante, che ci permette di rispondere ai cittadini che si, potranno tornare a vedere lo scoiattolo rosso dalle finestre delle loro case, anche in una zona dove la presenza della specie alloctona è stata fino ad ora tanto rilevante.
(Nella foto a fianco uno degli scoiattoli rossi di cui parla Paola Aragno nell’intervista)