Foraggiare la fauna selvatica? Uno studio spiega che è una pratica da evitare

dsc07027In molti paesi, quella di foraggiare la fauna selvatica, fornendo cibo supplementare in particolare agli uccelli, è una pratica molto diffusa. Le intenzioni dietro il foraggiamento sono certamente buone, perché si cerca di apportare un beneficio alla fauna. Ma quali sono in realtà gli effetti di questa attività? Il fenomeno ha un’entità tale che le sue conseguenze sono rilevanti e spesso non positive, al contrario di quanto ci si possa aspettare. Gli effetti si hanno non soltanto sulle specie che vengono alimentate, ma anche su altre, apparentemente “insospettabili”. Sono questi i risultati di una ricerca recentemente pubblicata su IBIS da alcuni ricercatori inglesi.

Ad esempio, le mangiatoie per uccelli sono spesso frequentate anche da animali che in realtà si comportano come predatori nei confronti degli uccelli stessi. L’attività di alimentazione artificiale finisce spesso per favorire i predatori di nidiacei nelle aree vicine alle mangiatoie. Tra questi predatori figurano ad esempio la gazza e lo scoiattolo grigio. Quest’ultimo è una specie alloctona invasiva in Europa, e oltre ad essere un predatore di nidiacei è responsabile dell’estinzione locale del nostro scoiattolo comune, meglio noto come scoiattolo rosso.

Per quanto riguarda gli uccelli, i ricercatori hanno concluso che l’attività di alimentazione artificiale può paradossalmente portare a gravi impatti sulle popolazioni, perché favorendo i predatori, le possibilità di riprodursi con successo da parte di molti uccelli che frequentano comunemente le nostre aree urbane vengono ridotte. Come in molti altri casi, questi uccelli probabilmente se la cavano bene da soli, senza che il foraggiamento vada a creare degli squilibri, con conseguenze spesso imprevedibili.

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