Ad oggi, non si riscontrano particolari criticità dal punto di vista sanitario a carico dello scoiattolo grigio. Soprattutto non siamo in presenza di patogeni che hanno un impatto significativo sulla specie autoctona, come il virus chiamato Squirrel Poxvirus, di cui gli scoiattoli grigi sono portatori e che è letale per gli scoiattoli rossi. Questo consente di poter procedere anche con la sterilizzazione, senza mettere a rischio la salute di altre specie di fauna selvatica. L’intervista a Silvia Crotti.
Silvia Crotti è laureata in Medicina Veterinaria, è dirigente veterinario presso il Laboratorio di Diagnostica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, con sede a Perugia, dove si occupa di diagnostica molecolare. Nell’ambito del Progetto LIFE U-SAVEREDS, coordina le attività che riguardano le indagini sanitarie sulle due specie di scoiattolo.
Silvia ci spieghi in cosa consiste e come è condotta l’indagine sanitaria?
Le indagini sanitarie condotte sino ad ora hanno interessato solo scoiattoli grigi catturati e soppressi nell’ambito delle attività di gestione. Gli animali sono stati analizzati per valutare il generale stato sanitario ed è stata effettuata la raccolta di campioni biologici, successivamente esaminati in diversi laboratori dell’Istituto. I patogeni che si ricercano sono quei microrganismi come batteri, virus e funghi, capaci di causare malattie allo scoiattolo rosso, ad altre specie di fauna selvatica e all’uomo.
Quali sono i risultati che fino ad ora avete ottenuto?
Ad oggi, non si riscontrano particolari criticità dal punto di vista sanitario a carico dello scoiattolo grigio. Tuttavia, l’elevata frequenza con la quale si registrano positività per dermatofiti (funghi che colpiscono cute, peli e unghie causando infezioni note con il nome di tigne), in un ambiente altamente antropizzato come lo è l’area in cui è presente lo scoiattolo grigio in Umbria (città di Perugia e immediata periferia), richiede che venga mantenuta alta l’attenzione.
Le positività ai dermatofiti rilevate sono probabilmente correlate anche all’elevata densità di popolazione a cui lo scoiattolo grigio riesce a vivere e questo può essere motivo di preoccupazione in parchi e giardini urbani, dove l’elevata confidenza nei confronti dell’uomo a cui la specie tende, può generare molteplici occasioni di contatto.
Che impatto hanno i patogeni rilevati sullo scoiattolo rosso?
I dermatofiti zoofili rappresentano una criticità potenziale soprattutto nei casi in cui le due specie condividono la stessa area. Ma fortunatamente non siamo in presenza di patogeni che hanno un impatto significativo sulla specie autoctona, come il virus chiamato Squirrel Poxvirus, di cui gli scoiattoli grigi sono portatori, letale per gli scoiattoli rossi e che è in grado di accelerare il processo di sostituzione tra le due specie come è avvenuto nel Regno Unito. Questa è una buona notizia, perché ci consente di poter procedere anche con la sterilizzazione, senza mettere a rischio la salute di altre specie di fauna selvatica.
E sull’uomo?
Anche in questo caso non siamo in presenza di agenti ad elevato potere patogeno e quindi particolarmente pericolosi, ma essendo tutti i dermatofiti agenti di zoonosi, potendosi trasmettere dall’animale all’uomo, va mantenuta alta l’attenzione. Questo poiché il potere patogeno dei dermatofiti è strettamente correlato allo stato immunitario individuale, pertanto le categorie più a rischio sono quelle con un sistema immunitario deficitario o non completamente sviluppato. E’ buona regola evitare il contatto con gli animali selvatici, ma qualora capitasse, soprattutto in aree urbane come quelle di Perugia, valgono le stesse semplici regole igieniche che utilizziamo con il nostro animale d’affezione a cominciare dal lavarsi bene le mani: è una norma semplice ma che va sempre applicata.