LIFE U-SAVEREDS per difendere lo scoiattolo rosso

LIFE U-SAVEREDS per difendere lo scoiattolo rosso

IMG-20160128-WA0000LIFE U-SAVEREDS: un progetto per la conservazione dello scoiattolo rosso e della biodiversità nell’Appennino.

Specie animali invasive, minaccia in rapida crescita anche in Umbria. Difendere lo scoiattolo rosso per tutelare la biodiversità dell’Appennino e i nostri boschi

Durante la conferenza stampa sono stati presentati i risultati fin qui ottenuti dal progetto LIFE+ U-SAVEREDS, ed è stata presentata la lista nera delle specie aliene invasive, animali e piante che danneggiano gli ecosistemi locali

Ad un anno dall’avvio del progetto finanziato dal Programma LIFE+ dell’Unione Europea U-SAVEREDS, finalizzato alla tutela della specie autoctona di scoiattolo comune europeo, questa mattina (giovedì 28 gennaio 2016) sono stati presentati i primi risultati del monitoraggio effettuato sulle popolazioni di scoiattolo grigio e rosso in Umbria. A fare il quadro della situazione sono intervenuti Valentina La Morgia, dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), coordinatrice del progetto, e Umberto Sergiacomi, responsabile dell’Osservatorio Faunistico regionale. Scopo principale dell’incontro è stato quello di presentare il progetto nel dettaglio (obiettivi, azioni, risultati attesi) e fornire ulteriori informazioni anche grazie alla presenza congiunta di ISPRA e Regione Umbria. U-SAVEREDS è un progetto comunitario nato dall’obbligo di dare attuazione al Regolamento europeo sulla prevenzione, gestione e diffusione delle specie alloctone invasive: nello specifico, facendo fronte alla minaccia di estinzione cui lo scoiattolo comune europeo (più spesso conosciuto come scoiattolo rosso) sta andando incontro, in seguito alla presenza e all’espansione, anche in Umbria, dello scoiattolo grigio americano. Specie aliena, questa, che si è cominciata a diffondere in Umbria a partire dai primi anni 2000, soprattutto come conseguenza di incauti acquisti come animali di affezione. Si stima che, ad oggi, ci siano in Umbria circa 1.500 esemplari di scoiattolo grigio: in seguito all’instaurazione di una competizione per lo spazio e per le risorse alimentari, infatti, il grigio causa la scomparsa del rosso.
Come ha spiegato Valentina La Morgia dell’ISPRA: “è evidente l’inversione della proporzione tra le due specie con una forte probabilità di estinzione per la specie autoctona. In questo scenario e senza nessun intervento, per altro oggi obbligatorio per legge, forti sarebbero i danni per l’ecosistema dell’Appennino umbro con una grave perdita per la biodiversità. Lo scoiattolo rosso svolge, tra le altre, una funzione importantissima per la rigenerazione e la conservazione dei nostri boschi, cosa che la specie americana non fa. Da tenere in considerazione ci sono anche i danni economici legati all’espasione dello scoiattolo grigio che potrebbe causare danni ad alcune coltivazioni.
Il Progetto, che ha una durata di 4 anni (ottobre 2014-ottobre 2018), adesso prevede una fase informativa sul tema della difesa della biodiversità e, in seguito, la fase gestionale finalizzata alla rimozione degli scoiattoli grigi, tramite sterilizzazione, trasferimento in altre aree e soppressione eutanasica indolore.

I rischi
Lo scoiattolo grigio rappresenta una grave minaccia per la biodiversità forestale di tutto il centro Italia poiché, considerando le caratteristiche sia geografiche sia ecologiche dell’Umbria, è altissima la probabilità di una sua espansione al di fuori dei confini regionali. Esso è una delle specie alloctone invasive inserite nella black list prodotta dalla Commissione europea. Quelle alloctone invasive sono specie animali e vegetali introdotte accidentalmente o deliberatamente nell’ambiente naturale e sulle quali è urgente intervenire perché rappresentano una grave minaccia alla biodiversità oltre ad essere la principale causa di estinzione di molte specie autoctone. Quello delle specie alloctone è un problema ancora poco noto all’opinione pubblica, ma di grande gravità, basti pensare che a livello mondiale gli effetti delle introduzioni sono unanimemente considerate la seconda causa di estinzione delle specie animali e vegetali, dopo la distruzione degli habitat.

I dati
Lo scoiattolo grigio ha una presenza massiccia in Umbria, dove i primi rilasci sono avvenuti intorno al 2000. Tuttavia fino al 2009 la sua presenza è rimasta sconosciuta alla comunità scientifica e alle istituzioni e, in questo gap temporale, la specie si è espansa fino ad interessare un’area di almeno 50 Km2, che comprende gran parte dell’area urbana di Perugia, mettendo già a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo rosso autoctono in diverse di queste aree.

La normativa
Fermare le specie alloctone invasive è una delle misure urgenti adottate dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi 2020 fissati dalla Strategia europea per fermare la perdita di biodiversità. Una risposta attesa da tempo dalla comunità scientifica e dai principali organismi europei che si occupano di conservazione della natura (IUCN Europe, WWF Europe, BirdLife Europe, EEB) che nel 2014 hanno accolto con favore l’adozione del Regolamento UE 1143/2014 sulla prevenzione e gestione dell’introduzione e diffusione delle specie alloctone invasive (IAS) e di cui la lista delle specie è il primo passo.

Le misure di contenimento
L’eradicazione di una specie alloctona o esotica è una misura da prendere con molta cautela e ciò avviene solo per le specie che definite invasive, ossia in grado di alterare significativamente il contesto naturale nel quale sono state rilasciate. Non rimuovere rapidamente una specie nota per essere invasiva porta inevitabilmente a successive misure di controllo protratte negli anni che determinano la soppressione e/o la sterilizzazione di molti più animali e costi molto maggiori.
Il Progetto LIFE U-SAVEREDS, finanziato dal Programma LIFE+ dell’Unione Europea, ha una durata di 4 anni (ottobre 2014-ottobre 2018). Soggetti attuatori del progetto sono: l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, la Regione Umbria, il Comune di Perugia, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, l’Agenzia Regionale Parchi del Lazio, l’Istituto OIKOS e Legambiente Umbria.