In occasione del X Congresso italiano di Teriologia, organizzato dall’Associazione Teriologica Italiana onlus, in collaborazione con la Società Italiana di Ecopatologia della Fauna e con l’Agenzia Regionale Parchi Lazio, la Riserva Naturale Monte Rufeno e il Comune di Acquapendente (VT), il 22 aprile si è tenuto il laboratorio di formazione “Gli sciuridi alloctoni” in collaborazione con Life U-Savereds. Introdotto da Adriano Martinoli, ha visto alternarsi alle relazioni Andrea Monaco, Valentina La Morgia, Umberto Sergiacomi, Daniele Paoloni e Dario Capizzi.
“Il laboratorio”, sottolineano i coordinatori Piero Genovesi, Valentina La Morgia, Danile Paoloni, Dario Capizzi, “si pone come finalità la formazione di operatori del settore e singoli cittadini in grado di garantire l’implementazione di sistemi di sorveglianza e rapida risposta alla presenza di nuovi nuclei di scoiattoli alloctoni. L’introduzione ed espansione di specie alloctone è ad oggi una delle principali minacce per la conservazione della natura.
Questa minaccia mostra, inoltre, un costante incremento e rappresenta pertanto una tra le future sfide chiave per le attività di gestione e conservazione delle risorse naturali. In Italia, nell’ambito dei Mammiferi, sono presenti 36 specie alloctone, di cui 31 ormai naturalizzate, con un trend calcolato sugli ultimi 60 anni in esponenziale aumento. L’ordine dei roditori è quello che conta un maggior numero di taxa e certamente annovera alcune tra le specie con gli impatti più severi, quali i topi ed i ratti, anche causa di gravi problematiche di tipo sanitario. Un caso emblematico è quello rappresentato dallo scoiattolo grigio americano, inserito nella lista di 100 tra le specie alloctone invasive più pericolose a livello globale, la cui presenza è la causa primaria di estinzione dello scoiattolo comune, unica specie di scoiattolo arboricolo autoctona del vecchio continente. Nonostante i diversi interventi legislativi, che hanno introdotto un divieto del commercio di alcune specie di scoiattoli e ne hanno regolamentato strettamente la detenzione, permangono oggi diverse popolazioni in Italia, che in mancanza di un’attenta e rapida gestione rischiano di mettere a serio rischio lo scoiattolo comune e tutti gli ecosistemi forestali del nostro paese. La gestione di tali specie, caratterizzate da un elevato appeal tra i cittadini, è spesso complicata poiché si gioca anche su piani non strettamente tecnici.
Le componenti emotive e sociali, infatti, rivestono un ruolo primario nelle generazioni di situazioni conflittuali in grado di determinare un forte limite ai progetti di eradicazione. Gli interventi gestionali, tuttavia, sono sempre più incoraggiati anche a livello europeo e la partecipazione di istituzioni e cittadini è di fondamentale importanza, specialmente quando c’è la necessità di mettere in campo il monitoraggio e la gestione su ampia scala ed in contesti antropizzati.